Progetto
Terzo Tempo
Strategie di rete del Terzo Settore
per la città di Pavia
Il Contesto
La crisi
economico finanziaria che investe tutti i settori della società espone a un
grave rischio di tenuta l’intero sistema del Terzo Settore, che assiste da un lato
a un drastico ridimensionamento dei fondi pubblici destinati alle Politiche
Sociali, dall’altro a una crescita di richieste di servizi, per l’emergere di
nuovi bisogni o per l’ampliarsi di problematiche già in parte presidiate. In
tale contesto, diventa essenziale per il Terzo Settore comprendere se e come
ri-orientare la propria iniziativa, quali strategie adottare per rafforzare il
sistema, con quali modalità proporsi come motore di sviluppo sostenibile per la
crescita economica, valorizzando la propria responsabilità come alternativa al
pubblico, al privato, alla crisi.
A tale scopo,
appare irrinunciabile tessere e rafforzare una
rete stabile, in grado di legittimare quel ‘patto informale di sussidiarietà’
che unisce tra loro gli organismi del non profit e, soprattutto, che li unisce
con il territorio in cui operano. Solo
una logica di rete, infatti, può consentire di esprimere un progetto efficace,
in cui unione e coesione diventano condizioni necessarie per accrescere la
propria incisività, e quindi generare impatto reale sul benessere di tutti.
Una rete stabile prevede la
sistematizzazione delle relazioni tra i soggetti che la compongono e non è
vincolata a una durata prestabilita. Può rimanere a tratti inattiva, ma sempre
‘viva’, e dunque in grado di ripartire all’occorrenza con la stessa intensità e
stabilità che ne hanno motivato la nascita. Una rete stabile favorisce
l’integrazione tra esperienze, competenze, interessi, consentendo di potenziare
l’impatto di quanto viene realizzato. Una rete stabile si fonda sulla
condivisione, la concertazione, l’impegno reciproco; rispetta l’identità dei
suoi membri e insieme ne costruisce una nuova, potenzialmente più forte, più
rappresentativa, più efficiente ed efficace. Più capace di intercettare le
attese dei cittadini e di contribuire a garantire il benessere collettivo di un
territorio.
Anche da un punto di vista più squisitamente culturale -specie in un
contesto di crescente sfiducia da parte dei cittadini nei confronti delle
istituzioni e della politica- il non profit può rappresentare in modo credibile
una riserva di valori condivisi da cui ripartire per costruire una nuova
coesione sociale, nella consapevolezza ormai diffusa che l’atteso dopo-crisi
non ristabilirà le condizioni ex ante,
ma comporterà una ridefinizione del sistema di valori per i singoli, per le
imprese e per la collettività.
Oltre a fornire servizi strutturati, la vera missione del Terzo
Settore resta dunque quella di stimolare la responsabilità e la spinta
partecipativa delle persone, di creare cittadinanza attiva in comunità coese.
Ma com’è la città per i suoi cittadini, come viene percepita, vissuta,
valorizzata? Quali sono i bisogni emergenti della comunità locale cui dare
risposta concreta? Quali le risorse da valorizzare per renderla più vivibile
per chi la abita e più accogliente per chi viene a visitarla? E, magari, anche
più ‘giusta’?
Il tavolo di confronto tra i partner del progetto -autentiche
‘antenne’ territoriali per l’intercettazione dei bisogni- ha consentito di
mettere a fuoco alcuni aspetti delle rappresentazioni dei cittadini rispetto al
luogo in cui vivono: una città con tratti identitari piuttosto definiti e non
poche eccellenze da valorizzare, una città bella e colta, in fondo vivibile, ma
anche diffidente e un po’ chiusa, con scarse occasioni di aggregazione, a
tratti insicura e maltenuta, con un disagio giovanile diffuso ma nascosto e
sacche di solitudine, specie tra la popolazione anziana.
Servono quattro idee per Pavia.
Almeno.
Un’idea per i giovani, innanzitutto.
La partecipazione dei giovani rappresenta un indicatore
importante della capacità di una società di essere inclusiva, di promuovere
coesione e integrazione, di manifestare interesse per il suo stesso futuro.
Benché non manchino a Pavia realtà
associative giovanili attive e creative, impegnate e responsabili, occorre
valorizzare la loro capacità progettuale -tanto ideativa quanto realizzativa-
trovando spazi e risorse, confronto e supporto in una rete complementare. Occorre,
ancora, avviare processi di contaminazione positiva verso gli ‘altri’ giovani,
quelli che stanno fuori dalle occasioni di ritrovo più conosciute, che
stanziano nei luoghi interstiziali della città, quelli più esposti al disagio e
all’isolamento, a vecchie e nuove dipendenze.
Un’idea per gli anziani.
Anziani fragili per la progressiva perdita di autonomia spesso
connessa all’invecchiamento, per malattia o disabilità, per povertà, per
mancanza di sostegno familiare, per assenza di relazioni, per solitudine.
Se negli ultimi anni il sistema di welfare locale ha cercato di
garantire risposte efficaci alle situazioni più problematiche, oggi cresce la
domanda di servizi a più basso grado di protezione -ma non per questo meno
essenziali- che potrebbero consentire all’anziano di gestire con minori
difficoltà una molteplicità di esigenze (sociali, relazionali, di vita
quotidiana) e quindi, sostanzialmente, di vivere meglio.
Un’idea per l’ambiente.
Il verde urbano pubblico rappresenta per la città non solo un elemento
ornamentale, ma una risorsa ad alto valore aggiunto se gestito e fruito
consapevolmente: solo così un parco può diventare luogo riconoscibile di
incontro, di passeggio, di condivisione, di partecipazione.
Un’idea per stare insieme.
Costruire nuove occasioni di aggregazione, organizzare ‘eventi’,
ovvero far succedere qualcosa in città, senza aspettare i festival. L’offerta
attiva di cultura e intrattenimento deve slegarsi dalla ciclicità di un
appuntamento fisso, ma ripetersi con continuità per rendere Pavia più viva e
vitale. Tutto l’anno. Anche così ci si può preparare all’appuntamento milanese
del 2015, imparando ad essere più attrattivi, più creativi e più accoglienti. La
proposta di partecipazione deve però poter contare su una comunicazione
pervasiva e coordinata, che permetta a tutti di sapere ‘cosa succede in città’.
Partner del progetto
Centro Servizi Formazione Coop.
sociale a r.l. (Ente capofila)
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Cooperativa sociale
di tipo A
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Centro Servizi Volontariato
di Pavia
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Associazione
provinciale
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Sogni e Cavalli Onlus
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Associazione Sportiva
Dilettantistica
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La Piracanta Coop. sociale
a r.l.
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Cooperativa sociale
di tipo B
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San Michele Coop. sociale
a r.l.
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Cooperativa sociale
di tipo B
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Associazione GIOCOLARTE
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Associazione di
promozione sociale
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Associazione KAMENGE PAVIA
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Associazione di
cooperazione internazionale
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Associazione AIESEC Pavia
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Associazione senza
scopo di lucro
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Associazione EDUCARTA
|
Associazione di
promozione sociale
|
Gli Obiettivi
Scopo generale del progetto è quello di favorire la stabilizzazione,
sul territorio di Pavia, di una rete strutturata tra soggetti del Terzo
Settore, quale strategia vincente per ottenere il miglioramento della qualità
complessiva di servizi e prodotti offerti dal sistema e dunque il potenziamento
della capacità di generare impatto sul benessere collettivo, attraverso l’unione
di competenze e capacità consolidate tra gli attori coinvolti.
A fronte del consistente ridimensionamento delle politiche di welfare,
intraprendere in modo più strutturato la strada della rete ‘pura’
consentirà inoltre di evitare la dispersione di energie e di ottimizzare le
risorse disponibili. L’attivazione della rete locale, che verrà formalizzata
attraverso la costituzione di un soggetto giuridico autonomo, darà avvio al
raggiungimento di obiettivi specifici direttamente connessi con le fasi di
attuazione del progetto, pertinenti i quattro filoni di intervento individuati
come prioritari:
Protagonismo giovanile
Obiettivo: Porre i giovani
al centro, offrendo loro occasioni per essere protagonisti, per interagire
positivamente con le altre generazioni, per transitare dal ruolo di ‘fruitori’
a quello di ‘produttori’ di proposte per la comunità.
Solidarietà
Obiettivo: Arricchire la filiera
dei servizi a sostegno della parte più fragile della popolazione e in
particolare degli anziani e delle loro famiglie, affiancando e integrando l’attuale
risposta istituzionale alle loro esigenze in modo sussidiario, in un’ottica di
welfare di comunità.
Ambiente
Obiettivo: Riqualificare e
rifunzionalizzare per finalità collettive spazi verdi della città oggi
scarsamente manutenuti o sottoutilizzati.
Partecipazione e cittadinanza
Obiettivo: Realizzare
proposte aggregative, ricreative e culturali per i cittadini e per i turisti,
moltiplicando le occasioni per ‘stare insieme’ e rendendo Pavia più vivace e
vitale, più attraente ed accogliente, anche in vista di Expo 2015.
Quale obiettivo trasversale ai quattro filoni di progetto, si intende
favorire l’inserimento lavorativo di persone disoccupate o inoccupate -così
come la stabilizzazione di lavoratori precari- coinvolgendoli attivamente nella
realizzazione delle attività, favorendone in tal modo l’ingresso in un circuito
virtuoso e responsabile quale quello del Terzo Settore che si impegni ad
evitarne la ‘caduta fuori dalla rete’.
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